Se fosse accaduto in qualsiasI altra zona della città, l'avremmo considerato solo un atto da teppisti di scarso cervello e poca sostanza, una cosa da balordi che per divertirsi vandalizzano, rompono, distruggono. Ma non era una semplice auto privata la protagonista dell'episodio che si è verificato la scorsa notte. Qualcuno ha scassinato e danneggiato il bus del Centro ((Padre Nostro" fondato da padre Pino Puglisi. In via Libertà questo sarebbe un fatto da liquidare con due righe in cronaca. A Brancaccio, no. Nel regno dei fratelli Graviano il vetro rotto di quel piccolo bus, a pochi giorni dall'anniversario dell'omicidio di un prete gentile che cercava di cambiare le cose con dolcezza e perseveranza, potrebbe essere un preciso segnale. Un messaggio in codice. Come se i mammasantissima passati e presenti fossero ancora disturbati da un fantasma che ha continuato il suo apostolato, superando l'evento della propria morte, perchè è stato consegnato suo malgrado alla forza invincibile dei simboli. Il pulmino, posteggiato davanti la sede del centro è stato dunque danneggiato: un vetro frantumato e il quadro elettrico distrutto, questo il bilancio del raid vandalico. A scoprire il fatto sono stati alcuni volontari che alle 6.45 di ieri mattina hanno chiamato il 112. L'episodio arriva buon ultimo, dopo una serie di eloquenti intimidazioni. Nelle scorse settimane, infatti, qualcuno ha forzato la sede storica del centro "Padre Nostro", rubando e vandalizzando le attrezzature utilizzate dai volontari per le attività con i ragazzi. I commenti sono ai limite della rassegnazione. "Assistiamo ancora una volta ad atti criminosi - dice Antonio Di Liberto, presidente del centro - senza che nessuno intervenga per controllare questo territorio. Alla vigilia dell'anniversario dell'uccisione di don Pino Puglisi Brancaccio continua a essere controllata dalla criminalità. Le forze dell'ordine sembrano purtroppo inadeguate a contrastare questi fenomeni per carenza di mezzi e di uomini". In una nota il centro "Padre Nostro" sostiene che i carabinieri, avvertiti da chi aveva scoperto i danni al pullman, avrebbero risposto di "rivolgersi alla stazione competente in orari d'ufficio, dopo le 8.30". Gli uomini dell'Arma, nel corso della mattinata, hanno contattato i responsabili del centro per chiarire i contorni della vicenda. Al di là dell'equivoco, risolto successivamente, restano le parole disperate del volontario: "Brancaccio continua a essere controllata dalla criminalità". Ma anche il fantasma di un prete gentile continua a fare paura.
Roberto Puglisi
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